Ogni relazione nasce per un progetto preciso che viene determinato dalle Anime che si incontrano. Ogni rapporto ha dunque una sua funzione specifica, che ha lo scopo di far crescere le persone come singoli individui, oltre che come coppia.
La funzione per cui la relazione nasce, siano essi partner, amici, conoscenti, parenti o altro ancora, ha un suo motivo di esistere.
Ad esempio, si può incontrare un’amica perché si ha bisogno di una sorella; mancando questa figura nella propria famiglia, si ricerca colei che più assomiglia alla sorella che vorremmo avere. Dunque in una relazione del genere, si scambiano appoggio, ascolto, condivisione, affetto reciproco.
A volte le amicizie nascono in compagnia, nell’età spensierata dell’adolescenza. Ci si incontra per ridere, scherzare, andare a ballare, condividere esperienze tipiche di quella fase di vita in cui si ha voglia di esplorare, giocare, conoscersi.
Queste relazioni amicali possono durare tutta la vita, se il sentimento è reciproco ed assolve la funzione per cui è nato. Oppure possono finire nel momento in cui, ad esempio, si cresce, si trova lavoro, magari ci si sposa ed il bisogno di divertimento e leggerezza viene sostituito da un bisogno di stabilità, da ritmi diversi, da altre necessità. Ecco che un’amicizia può finire, perché termina la sua funzione.
Tra partner, talvolta ci si frequenta perché nell’altro vediamo il padre (o la madre) che ci manca, oppure il padre (o la madre) che vorremmo avere.
L’altro può essere la persona che ci insegna, come nel caso di un rapporto tra maestro e discepolo. Finché che questa funzione viene soddisfatta, il rapporto continuerà, nutrendo le necessità di entrambi. Ma se questa dinamica viene completata e la coppia non è in grado di fare ‘un balzo quantico’, ecco che il rapporto può finire, non essendoci più niente da insegnare e da apprendere.
In caso di rapporti più complicati e meno risolti, ci si può scambiare il ruolo di vittima e carnefice, dove fintanto che c’è una dipendenza reciproca, questa contribuirà al ripetersi di dinamiche di sofferenza. In omeopatia si dice ‘ci si attrae per malattia’ ed è vero che ‘possiamo essere guariti solo da chi soffre del nostro stesso male’, perché solo quella persona può capirci da vvero fino in fondo. Una volta guariti, il rapporto ha la possibilità di evolvere e cambiare, se lo si desidera.
Dunque ogni rapporto ha lo scopo di accompagnarci finché è utile per la nostra crescita personale. Finita la funzione di evoluzione, la relazione ha la possibilità di trasformarsi in qualcos’altro, magari diversamente evolutivo, ma ci deve essere la volontà e la consapevolezza di entrambe le parti, in caso contrario essa stessa termina.
Ogni incontro ha perciò un senso, sia che duri un’ora, un anno o una vita intera. Per questo non esistono ‘relazioni sbagliate’, ma solo le ‘relazioni giuste per quel momento della nostra Vita’. Se riusciamo ad avere questa ‘visione elevata’, ecco che tutto assume una prospettiva diversa e possiamo liberarci dal rancore, dalla sofferenza, dal rammarico e dall’amarezza che spesso avvolgono la fine dei rapporti.
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Ingrid Cella